Moto (fisica)

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Stazione ferroviaria di Yongsan

In fisica il moto è il cambiamento di posizione di un corpo in funzione del tempo, misurato da uno specifico osservatore in un determinato sistema di riferimento. Fino al XIX secolo, le leggi di Newton, incluse tra gli assiomi e i postulati del famoso Philosophiae Naturalis Principia Mathematica, erano alla base di quella parte della meccanica classica nota come "cinematica". Lo studio del moto a partire dalle cause che lo generano ovvero le forze è noto invece come "dinamica".

Esempio di traiettoria balistica

Storicamente il problema del moto è stato dunque il primo problema affrontato dalla fisica, direttamente applicato al moto dei corpi celesti con la meccanica celeste nell'ambito della rivoluzione scientifica. I calcoli delle traiettorie e delle forze esercitate dai corpi in moto basati sulle leggi newtoniane e delle fisica classica, si dimostrarono efficaci fintanto che i fisici non si occuparono di fenomeni molto rapidi, come quelli della fisica atomica agli inizi del XX secolo.

La forza del moto si chiama "forza d'inerzia".

Tipologie di moto[modifica | modifica wikitesto]

Moto circolare
Moto elicoidale uniforme

Esistono vari tipi di moto in base alla forma del percorso seguito da un corpo durante il suo moto nello spazio, ad esempio: rettilineo, curvilineo, circolare, parabolico ed ellittico. Tali forme sono dette "traiettorie".

Tra i moti della fisica classica, si ricordano:

Tra i moti della fisica atomica e subatomica e dell'astrofisica, si ricordano:

Principio di indipendenza dei moti simultanei[modifica | modifica wikitesto]

Nello studio del moto di un corpo particolarmente utile risulta il cosiddetto "Principio di indipendenza dei moti simultanei" il quale afferma che "il moto di un corpo lungo una certa traiettoria nello spazio è la risultante ovvero la composizione di singoli moti ciascuno lungo le direzioni degli assi cartesiani nello spazio"[1].

Grazie all'applicazione di tale principio, le traiettorie più complesse (ad esempio: traiettorie tridimensionali) possono essere descritte come composizione di singoli moti.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Altri enunciati equivalenti, risalenti a Galileo Galilei, "Se un corpo è animato contemporaneamente da due movimenti, ciascuno dei due continua ad essere caratterizzato dalle stesse leggi che lo regolano quando si svolge da solo" oppure "Un corpo soggetto a due movimenti simultanei dopo un tempo t occupa la stessa posizione che occuperebbe se avesse eseguito i due movimenti successivamente uno dopo l'altro" possono essere letti in http://www.massimobanfi.it/Sito/fisicamatematica/appunti/Cap.%206%20-%20La%20cinematica%20dei%20moti%20piani.pdf

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