Maiasaura peeblesorum

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Maiasaura
Scheletro montato, al Museo di Storia Naturale di Bruxelles
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Superordine Dinosauria
Ordine †Ornithischia
Sottordine †Ornithopoda
Famiglia †Hadrosauridae
Sottofamiglia †Saurolophinae
Tribù †Brachylophosaurini
Genere Maiasaura
Horner & Makela, 1979
Nomenclatura binomiale
†Maiasaura peeblesorum
Horner & Makela, 1979

Maiasaura (il cui nome significa "buona madre lucertola") è un genere estinto di grande dinosauro ornitopode hadrosauride vissuto nel Cretaceo superiore, circa 76.7 milioni di anni fa (Campaniano), in quella che oggi è il Montana e la Provincia di Alberta, Canada.[1][2] Il genere contiene una singola specie, la specie tipo Maiasaura peeblesorum, che rappresenta il fossile di stato del Montana. Maiasaura è un dinosauro di medie-grandi dimensioni che poteva raggiungere una lunghezza di 9 metri, ed era probabilmente in grado assumere una locomozione sia quadrupede che bipede. È possibile che gli esemplari più giovani prediligessero una postura bipede mentre gli adulti fossero perlopiù quadrupedi. Maiasaura fa parte di un gruppo di hadrosauri saurolophini noti come Brachylophosaurini, noti per l'assenza di grandi creste craniche, insieme a taxon come Brachylophosaurus, Acristavus o Ornatops.

I primi resti di Maiasaura peeblesorum furono scoperti all'interno della Formazione Two Medicine vicino a Chouteau, Montana, nel 1978 da Laurie Trexler, residente a Bynum, nel Montana. Questo esemplare olotipo fu successivamente descritto da Horner e Makela, nel 1979. Il nome del genere Maiasaura fa riferimento al ritrovamento di uova, embrioni e giovani assegnati a Maiasaura peeblesorum in una struttura simile a un nido da parte di Marion Brandvold, nel 1978, relativamente vicino all'esemplare olotipo. Questa scoperta di quindici dinosauri giovani in prossimità di un adulto ha mostrato il primo esempio di comportamento genitoriale e sociale nei dinosauri. Ciò ha portato a diverse interpretazioni, come quella secondo cui Maiasaura nutrisse i suoi piccoli mentre erano ancora nel nido. Ulteriori lavori in quest'area hanno portato alla scoperta di altre uova di dinosauro, tanto che l'area è stata chiamata "Egg Mountain" ("Montagna delle uova").

Scoperta e denominazione[modifica | modifica wikitesto]

Calco ricostruito da Jack Horner di un Maiasaura che emerge dal suo uovo

Un cranio di Maiasaura, l'esemplare PU 22405 (ora nelle collezioni dello Yale Peabody Museum of Natural History, sotto il numero di catalogo YPM PU 22405 in seguito al trasferimento dalla collezione di paleontologia dei vertebrati dell'Università di Princeton), fu scoperto da Laurie Trexler nel 1979 e descritto dai paleontologi americani Jack Horner e Robert Makela come l'olotipo di una nuova specie. La specie tipo venne nominata Maiasaura peeblesorum. Il nome del genere, Maiasaura deriva dalla parola greca μαῖα che si riferisce alla dea greca Maia, la “Buona Madre”, in riferimento alle presunte cure parentali esibite da questo animale; per enfatizzare ciò, Horner e Makela usarono la forma femminile di saurus, ossia σαύρα/saura. Il nome della specie, peeblesorum, onora le famiglie di John e James Peebles, sui cui terreni furono effettuati i ritrovamenti.[3] Il nome binomiale dell'animale fa riferimento alla scoperta di Marion Brandvold del 1978 di un nido con resti di gusci d'uovo e cuccioli troppo grandi per essere appena nati. Queste scoperte portarono ad altre, e l'area divenne nota come "Egg Mountain" ("Montagna delle uova"), per la presenza di numerosi nidi, nelle rocce della Formazione Two Medicine vicino a Choteau, nel Montana occidentale. Questo ritrovamento fu la prima prova concreta che anche dinosauri di grandi dimensioni esibissero un certo grado di cure parentali verso i loro piccoli.[4]

In seguito a questi ritrovamenti, diverse spedizioni successive rinvennero oltre 200 esemplari, appartenenti a diverse fasce d'età.[5] L'annuncio della scoperta di Maiasaura attirò un rinnovato interesse scientifico per la Formazione Two Medicine e molti altri nuovi tipi di dinosauri furono scoperti come risultato della maggiore attenzione.[6] Inoltre, la scoperta di dinosauri che si prendevano cura dei loro piccoli fu uno dei promotori del Rinascimento dei dinosauri, in cui la percezione dei dinosauri da creature stupide, lente e a sangue freddo, cambiò verso una visione in cui questi fossero animali a sangue caldo, intelligenti e dinamici. I resti di Maiasaura di Choteau si trovano negli strati più alti rispetto alle loro controparti del Two Medicine River.[7]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dimensioni di M. peeblesorum a confronto con un uomo
Calco del cranio, al Royal Ontario Museum

Maiasaura è un dinosauro erbivoro di medie-grandi dimensioni, raggiungendo una lunghezza massima di circa 9 metri e una massa corporea massima di 4 tonnellate.[8] Il cranio era superficialmente simile a quello di un cavallo, ma possedeva un largo becco alla fine del muso e batterie dentali, composte da centinaia di denti, nella parte posteriore della bocca, elementi tipici presenti in tutti gli hadrosauridi. Siccome la struttura corporea degli hadrosauridi è molto simile tra di loro,[9] nella maggior parte dei taxon la caratteristica distintiva che differenzia le varie specie era la loro ornamentazione cranica. Nel caso di Maiasaura, quest'ultima presentava una prominente struttura ossea corta e solida simile a una cresta situata tra i loro occhi. Questa cresta potrebbe essere stata utilizzata, specialmente dai maschi, per mettersi in mostra durante i corteggiamenti.

Come la maggior parte degli hadrosauri, gli esemplari adulti di Maiasaura era in grado di assumere una locomozione sia bipede che quadrupede. Tuttavia, è possibile che questi animali prediligessero un singolo tipo di locomozione in base alle fasi di crescita in cui si trovavano. Studi sui modelli di stress delle ossa guarite mostrano che i giovani sotto i quattro anni camminavano principalmente bipedi, passando a una locomozione principalmente quadrupede man mano che crescevano.[10] Maiasaura, come la maggior parte degli altri hadrosauri, non possedeva armi evidenti, ma era comunque in grado di difendersi con la sua sola stazza, calci o con colpi delle loro code muscolose. Tuttavia, è probabile che ricorressero principalmente alla fuga in caso di pericolo, sfruttando il numero delle loro mandrie per avere meno probabilità di essere presi di mira. I letti d'ossa scoperti nella Formazione Two Medicine mostrano che queste mandrie potevano essere estremamente grandi e comprendere fino a 10.000 individui.[11] All'interno di questi letti d'ossa sono stati ritrovati centinaia di esemplari che rappresentano tutte le fasi di crescita di questo animale, consentendo di utilizzare Maiasaura come modello per comprendere la crescita e lo sviluppo degli hadrosauridi in generale.[12]

Classificazione[modifica | modifica wikitesto]

Calco dello scheletro di un individuo giovanile di M. peeblesorum
Ricostruzione museale

Maiasaura è un dinosauro ornitopode appartenente alla famiglia Hadrosauridae, più specificamente alla tribù saurolophina Brachylophosaurini, insieme a taxon quali Probrachylophosaurus[13], Brachylophosaurus[14][15], Acristavus[16] e Ornatops.[17]

Il seguente cladogramma sulle relazioni degli hadrosauridi venne pubblicato nel 2013 da Albert Prieto-Márquez et al.:[18]

Saurolophinae
Brachylophosaurini

Acristavus gagstarsoni

Brachylophosaurus canadensis

Maiasaura peeblesorum

Shantungosaurus giganteus

Edmontosaurus

Edmontosaurus regalis

Edmontosaurus annectens

Saurolophini

Kerberosaurus manakini

Sabinas OTU

Prosaurolophus maximus

Saurolophus

Saurolophus morrisi

Saurolophus osborni

Saurolophus angustirostris

Kritosaurini

Wulagasaurus dongi

Kritosaurus navajovius

Aquilarhinus

Secernosaurus koerneri

Willinakaqe salitralensis

Gryposaurus

Gryposaurus latidens

Gryposaurus notabilis

Gryposaurus monumentensis

Paleobiologia[modifica | modifica wikitesto]

Terreni di cova[modifica | modifica wikitesto]

Ricostruzione museale di nido con uova in fase di schiusura

Questo dinosauro viveva in branchi (un'ottima difesa contro i predatori) e cresceva i propri piccoli in colonie di nidi, posti a circa otto - nove metri l'uno dall'altro (la lunghezza media di un animale adulto). Ciascun nido conteneva trenta - quaranta uova, era fatto di terra ed era con tutta probabilità sorvegliato da un genitore. Le uova erano circa della taglia di quelle di uno struzzo, il che significa che i nidiacei dovevano crescere in fretta per raggiungere le dimensioni di un adulto. Alcuni esemplari, infatti, superavano i nove metri.

Dinosauri sociali[modifica | modifica wikitesto]

Cranio di un esemplare giovane

I nidi sono stati scoperti su un'altura, appropriatamente soprannominata "Montagna delle Uova". Horner sostiene che questo territorio, nel Cretaceo superiore, fosse un'isola, in cui i dinosauri si sentivano al sicuro dai predatori. In ogni caso, il luogo doveva essere asciutto (altrimenti gli embrioni non sarebbero sopravvissuti alla mancanza d'ossigeno) ma abbastanza vicino all'acqua per soddisfare le esigenze delle madri.

Sempre secondo Horner, i dinosauri tornavano anno dopo anno ai propri luoghi di nidificazione. Portando alla luce un reperto dopo l'altro scavando in profondità, il paleontologo si rese conto che questi allineamenti verticali erano una prova che i dinosauri tornassero per costruire nuovi nidi sopra quelli vecchi. Questa è una scoperta importante: anche molti uccelli attuali si comportano allo stesso modo, in particolare quelli marini, e un'abitudine simile implica un certo grado di intelligenza. Nel sito sono state trovate, inoltre, felci fossili e frammenti di altre piante: secondo Horner, i dinosauri avrebbero potuto adottare un comportamento simile a quello dei coccodrilli attuali, i quali seppelliscono le uova sotto mucchi di fronde per poi urinarci sopra, in modo da far fermentare il materiale e generare calore.

Cure parentali[modifica | modifica wikitesto]

Accanto a un nido di Maiasaura, Horner trovò gli scheletri di undici piccoli, lunghi più o meno un metro; dal momento che le dimensioni erano ben maggiori di quelle delle uova e che un adulto misurava circa nove metri, i paleontologi dedussero che i piccoli dovevano avere uno o due anni. È possibile che i "cuccioli" facessero parte dello stesso nucleo familiare. Insomma, quella trovata da Horner potrebbe a tutti gli effetti essere stata una nursery del Cretaceo.

Anche gli uccelli attuali si comportano allo stesso modo, con i "primogeniti" che partecipano alla costruzione del nido e aiutano lo sviluppo dei più piccoli.[senza fonte] La spiegazione evolutiva di un fenomeno come questo viene data certamente da aspetti genetici, che portano a favorire i consanguinei, ma potrebbe essere anche una specie di allenamento: quando il più grande lascerà il gruppo per crearsi un proprio nucleo familiare, avrà già un riferimento comportamentale.

Paleoecologia[modifica | modifica wikitesto]

La maiasaura visse nel Campaniano (74 milioni di anni fa), un piano del Cretaceo superiore, nel Montana. L'ecosistema di cui faceva parte comprendeva un gran numero di altri dinosauri erbivori, tra cui i ceratopsidi Centrosaurus e Styracosaurus, il corazzato Euoplocephalus, il piccolo Orodromeus. Tra i predatori, lo snello troodontide Latenivenatrix e due parenti stretti del Tyrannosaurus, ovvero Gorgosaurus e Daspletosaurus.

Nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

Per quanto non sia un Dinosauro particolarmente famoso, è comunque abbastanza nota ad una piccola fetta di pubblico, e appare in alcuni libri e videogiochi, tuttavia non è mai apparsa in un prodotto cinematografico.

Particolarmente nota è la sua apparizione nel romanzo di Michael Crichton Jurassic Park e nel suo sequel Il mondo perduto. Nella trasposizione cinematografica e nel canone non è tuttavia mai apparsa, se bene sia presente nel videogioco Jurassic World Evolution.

Nell’universo della SCP Foundation, SCP-3637 è lo scheletro fossilizzato di una Maiasaura con la facoltà di realizzare un evento 3637-Ramah, quando questo accade la velocità del vento aumenta di 140 km/h, si sentirà un forte ruggito e tutti i cristalli di sale che si trovano a 119 m da SCP-3637 si uniranno insieme ad esso, poi un fulmine colpirà SCP-3637 e i cristalli di sale si uniranno prendendo la forma di uno scheletro chiamato SCP-3637-1 che è una Maiasaura adulta concludendo l’evento, SCP-3637-1 si distaccherà infine da SCP-3637 e vagherà senza meta, scavare sul terreno dei buchi ed emettendo dei ruggiti fino alla sua degradazione.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Bradley D. McFeeters, David C. Evans, Michael J. Ryan e Hillary C. Maddin, First occurrence of Maiasaura (Dinosauria, Hadrosauridae) from the Upper Cretaceous Oldman Formation of southern Alberta, Canada, in Canadian Journal of Earth Sciences, vol. 58, n. 3, 1º Marzo 2021, pp. 286–296.
  2. ^ Horner, J. R., Schmitt, J. G., Jackson, F., & Hanna, R. (2001). Bones and rocks of the Upper Cretaceous Two Medicine-Judith River clastic wedge complex, Montana. In Field trip guidebook, Society of Vertebrate Paleontology 61st Annual Meeting: Mesozoic and Cenozoic Paleontology in the Western Plains and Rocky Mountains. Museum of the Rockies Occasional Paper (Vol. 3, pp. 3-14).
  3. ^ J.R. Horner e R. Makela, Nest of juveniles provides evidence of family structure among dinosaurs, in Nature, vol. 282, n. 5736, 1979, pp. 296–298.
  4. ^ "Maiasaura," Dodson, et al. (1994); pages 116-117.
  5. ^ Horner and Gorman (1988).
  6. ^ "Introduction," Trexler (2001); pages 299-300.
  7. ^ "Faunal Turnover, Migration, and Evolution," Trexler (2001); page 304.
  8. ^ Wosik, M., Chiba, K., Therrien, F. e Evans, D.C., Testing Size–frequency Distributions As a Method of Ontogenetic Aging: A Life-history Assessment of Hadrosaurid Dinosaurs from the Dinosaur Park Formation of Alberta, Canada, with Implications for Hadrosaurid Paleoecology, in Paleobiology, vol. 46, n. 3, 2020, pp. 379–404.
  9. ^ M. K. Brett-Surman, Phylogeny and palaeobiogeography of hadrosaurian dinosaurs, in Nature, vol. 277, n. 5697, Febbraio 1979, pp. 560–562.
  10. ^ Jorge Cubo, Holly Woodward, Ewan Wolff e John R. Horner, First Reported Cases of Biomechanically Adaptive Bone Modeling in Non-Avian Dinosaurs, in PLOS ONE, vol. 10, n. 7, 2015, pp. e0131131.
  11. ^ David J. Varricchio e John R. Horner, Hadrosaurid and lambeosaurid bone beds from the Upper Cretaceous Two Medicine Formation of Montana: taphonomic and biologic implications, in Canadian Journal of Earth Sciences, vol. 30, n. 5, 1º Maggio 1993, pp. 997–1006.
  12. ^ Bradley McFeeters, David Evans e Hillary Maddin, Ontogeny and variation in the skull roof and braincase of Maiasaura peeblesorum from the Two Medicine Formation of Montana, U.S.A., in Acta Palaeontologica Polonica, vol. 66, 2021.
  13. ^ Elizabeth A. Freedman Fowler e John R. Horner, A New Brachylophosaurin Hadrosaur (Dinosauria: Ornithischia) with an Intermediate Nasal Crest from the Campanian Judith River Formation of Northcentral Montana, in PLOS ONE, vol. 10, n. 11, 11 Novembre 2015, pp. e0141304.
  14. ^ Albert Prieto-Marquez, [0144:niotco2.0.co;2 New information on the cranium ofBrachylophosaurus canadensis(Dinosauria, Hadrosauridae), with a revision of its phylogenetic position], in Journal of Vertebrate Paleontology, vol. 25, n. 1, 11 Marzo 2005, pp. 144–156.
  15. ^ John R. Horner, A new hadrosaur (Reptilia, Ornithischia) from the Upper Cretaceous Judith River Formation of Montana, in Journal of Vertebrate Paleontology, vol. 8, n. 3, 23 Settembre 1988, pp. 314–321.
  16. ^ Terry A. Gates, John R. Horner, Rebecca R. Hanna e C. Riley Nelson, New unadorned hadrosaurine hadrosaurid (Dinosauria, Ornithopoda) from the Campanian of North America, in Journal of Vertebrate Paleontology, vol. 31, n. 4, Luglio 2011, pp. 798–811.
  17. ^ Andrew T. McDonald, Douglas G. Wolfe, Elizabeth A. Freedman Fowler e Terry A. Gates, A new brachylophosaurin (Dinosauria: Hadrosauridae) from the Upper Cretaceous Menefee Formation of New Mexico, in PeerJ, vol. 9, 2 Aprile 2021, pp. e11084.
  18. ^ A. Prieto-Márquez e J.R. Wagner, A new species of saurolophine hadrosaurid dinosaur from the Late Cretaceous of the Pacific coast of North America, in Acta Palaeontologica Polonica, vol. 58, n. 2, 2013, pp. 255–268.

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