Laverda SF

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Laverda 750 SF
Una SF del 1976
CostruttoreBandiera dell'Italia Moto Laverda
TipoSportivo
Produzionedal 1970 al 1978
Stessa famigliaLaverda 750 SFC
Modelli similiBenelli Sei
BMW R 75/5
BSA A75 Rocket 3
Ducati 750 GT
Honda CB 750 Four
Kawasaki 750 H2
Moto Guzzi V7 Sport
MV Agusta 750
Norton Commando
Suzuki GT 750
Triumph Trident
Yamaha 750 TX

La SF è una motocicletta stradale costruita dalla Laverda dal 1970 al 1978.

Il contesto[modifica | modifica wikitesto]

Le origini della SF risalgono alla metà degli anni sessanta, quando la Casa di Breganze iniziò ad impostare una serie di modelli di grossa cilindrata. L'ispirazione per queste nuove moto fu data da un modello giapponese di gran successo negli USA, la Honda CB77 "Superhawk" 305 cm³.

A lavorare al nuovo progetto sono in tre: Massimo Laverda (figlio del fondatore dell'azienda veneta), Luciano Zen (responsabile tecnico) e Adriano Valente (disegnatore). Il frutto di questo lavoro venne presentato al Salone di Londra 1966: una 650 cm³ bicilindrica monoalbero, entrata in produzione l'anno successivo.

La 650 GT, questo il nome commerciale della nuova Laverda, venne sostituita nel 1968 da una versione maggiorata a 750 cm³, la quale fu affiancata nel 1969 dalla più sportiva 750 S. Le nuove moto iniziarono a fare presa sul mercato, specialmente la “S”, e iniziò anche l'esportazione negli Stati Uniti, sotto il marchio American Eagle.

Il 1970 vide il lancio dell'erede della “S”, la 750 SF. Il nome della nuova nata della Casa di Breganze è l'acronimo di “Super Freni”: freni a tamburo dotati di una ventola interna che ne migliora il raffreddamento nell'impiego più gravoso. Altra modifica rispetto al modello precedente riguarda il telaio, abbassato e con il cannotto di sterzo meno inclinato.

La moto ottenne un grande successo, sia sul mercato nazionale (1096 esemplari venduti nel '70, che diventarono 1915 nel '71 e 3082 nel '72: in quest'ultima stagione fu la maximoto più venduta d'Italia) che all'estero. Il successo si deve, oltre che a un prezzo competitivo (poco più di un milione di lire nel '72, quando la Honda CB750 Four costava 1.280.000 lire e la Moto Guzzi V7 Sport 1.480.000), ad un insieme di stile e meccanica all'avanguardia, e alle buone prestazioni, come testimoniato dal successo nelle competizioni, specie nell'Endurance, dove le bicilindriche venete raccolsero notevoli allori, tanto da portare la Casa a introdurre in commercio una versione dedicata alle corse, la SFC. La moto presentava però anche dei punti deboli: la frizione era dura da azionare, e si riscontrava una scarsa maneggevolezza nell'inserimento in curva.

A metà 1972 la SF venne rivisitata, con l'introduzione del modello SF 73, noto anche come SF1, beneficiando del telaio e della termica della SFC (dotata di valvole di dimensioni maggiori e di due carburatori Dell'Orto PHB 36 invece dei precedenti VHB 30) grazie alla quale la potenza passava da 60 a 66 CV. Nuova anche la strumentazione, costruita dalla giapponese Nippodenso, i freni e il sistema di scarico. Nel 1974 (modello SF2) i freni anteriori divennero a disco.

L'ultima versione della SF (la SF3), con cerchi in lega, freno a disco al posteriore e un leggero restyling, venne presentata nel 1976. Scalzata nel suo ruolo di “ammiraglia” di casa Laverda dalla 1000 tre cilindri, la produzione della SF cesserà nel 1978, dopo 18.500 esemplari costruiti.

Caratteristiche tecniche[modifica | modifica wikitesto]

Caratteristiche tecniche - Laverda 750 SF 1971
Dimensioni e pesi
Ingombri (lungh.×largh.×alt.) 2190 × 680 × 1050 mm
Interasse: 1490 mm Massa a vuoto: 218 kg Serbatoio: 19 litri
Meccanica
Tipo motore: quattro tempi, bicilindrico parallelo frontemarcia inclinato in avanti di 25° Raffreddamento: ad aria
Cilindrata 743,9 cm³ (Alesaggio 80 × Corsa 74 mm)
Distribuzione: monoalbero, 2 valvole per cilindro Alimentazione: 2 carburatori Dell'Orto VHB 30 A
Potenza: 60 CV a 6600 giri/min Coppia: 6,8 kgm a 5500 giri/min Rapporto di compressione: 9,65:1
Frizione: multidisco in bagno d'olio Cambio: 5 marce in blocco, comando a pedale sulla destra
Accensione a batteria con ruttore e bobina
Trasmissione primaria a catena triplex, finale a catena
Avviamento elettrico
Ciclistica
Telaio monotrave superiore in tubi d’acciaio, motore portante
Sospensioni Anteriore: forcella Ceriani teleidraulica ø 35 mm / Posteriore: forcellone oscillante con due ammortizzatori Ceriani teleidraulici regolabili
Freni Anteriore: tamburo centrale doppia camma ø 230 mm / Posteriore: tamburo centrale doppia camma ø 230 mm
Pneumatici anteriore: 3.25-18"; posteriore: 4.00-18"
Prestazioni dichiarate
Velocità massima 190 km/h
Fonte dei dati: Motociclismo d'Epoca 5/2006

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]