Latte brulè

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Latte brulè
Latte brulè con colata di caramello
Origini
Altri nomilatt brulè
Luogo d'origineBandiera dell'Italia Italia
Diffusioneregionale
Zona di produzioneRomagna
Dettagli
Categoriadolce
RiconoscimentoP.A.T.
Ingredienti principalilatte, zucchero, uova e vaniglia

Il latte brulè (lat brulè romagnolo) è un dolce al cucchiaio dall'aspetto di un budino a base di latte, zucchero e uova, aromatizzato con la vaniglia[1][2].

Preparazione[modifica | modifica wikitesto]

È ottenuto da una lunga cottura in pentola a fuoco basso del latte insieme alla vaniglia, fino a quando il volume del liquido non si dimezza. Successivamente si uniscono i tuorli sbattuti e lo zucchero, fino a realizzare un composto omogeneo. Il caramello conferisce al dolce un colore scuro e un sapore leggermente amaro[2]. Si versa il caramello nel fondo dello stampo e sopra il composto di tuorli, latte e zucchero. Si utilizza uno stampo che conferisca al dolce la caratteristica forma col buco al centro.

Viene cotto a bagnomaria in forno, quindi lo stampo viene capovolto; il dolce viene servito freddo[1][3][4][5].

Tradizione[modifica | modifica wikitesto]

È attestato nel ricettario La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene di Pellegrino Artusi con la ricetta n. 692[6] e viene presentato come tipico del mese di aprile[7]. A differenza delle versioni più moderne che a volte prevedono l'uso dei soli tuorli[1], secondo Artusi questo dolce contiene anche albumi[6].

Inoltre, il dolce veniva tipicamente servito durante grandi occasioni, come i festeggiamenti dei sacramenti e generalmente consumato dalle famiglie più abbienti [2][5].

È inserito nell'elenco regionale dei Prodotti agroalimentari tradizionali emiliani e romagnoli[1].

Prodotti simili[modifica | modifica wikitesto]

Il latte brulè non va confuso con altri dolci al cucchiaio, con i quali presenta analogie e differenze dovute al nome o all'aspetto[5]:

  • la crème brûlée in cui, a differenza del latte brulè, lo strato di caramello ha una consistenza solida, la crema è a base di panna e utilizza scorza di limone[8] Un'ulteriore differenza è data dal fatto che, al momento di essere servita, la crème brûlée viene cosparsa di zucchero, il quale viene caramellato utilizzando una torcia a gas da cucina o un disco di ferro rovente;
  • la crème caramel, che si distingue dal latte brulè perché nella fase iniziale il latte non viene cotto a lungo fino a dimezzare il proprio volume, e viene utilizzata la scorza di limone. Inoltre, il latte brulè viene cotto in un unico stampo caratterizzato dal buco al centro, mentre la crème caramel può essere posta anche in svariati stampini singoli prima di essere lasciata rassodare[1][8];
  • Artusi cita due dolci simili al latte brulè per quanto riguarda preparazione ed ingredienti, ovvero il latte alla portoghese e il latteruolo[9]. Il primo si distingue dal latte brulè per lo zucchero fuso ma non bruciato e per l'eventuale aggiunta, oltre alla vaniglia, di coriandolo o caffè. Il latteruolo, invece, differisce dal latte brulè per l'eventuale aggiunta di aroma di noce moscata e per la cottura in forno all'interno di un involucro di pasta a base di acqua e farina chiamato da Artusi “pasta matta n.153[9][10].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Claudia Campagna, Oggi per dessert: il Latte brulè romagnolo, su Romagna a Tavola, 25 maggio 2023. URL consultato il 1º agosto 2023.
  2. ^ a b c Cristina Buda, Daniela Bascucci e Gualtiero Gori et al., E' magnè. I mangiari negli usi dei contadini romagnoli, Panozzo, 2002, p. 84, ISBN 9788874722327.
  3. ^ (IT) Latte brulè: un dolce tipico della tradizione culinaria di Faenza, su www.faenzaromagna.it. URL consultato il 1º agosto 2023.
  4. ^ Latte brulè / Ricette tipiche locali / Turismo e ospitalità / Città / Home - Sito Ufficiale del Comune di Faenza, su www.comune.faenza.ra.it. URL consultato il 1º agosto 2023.
  5. ^ a b c Elisa Cardelli, Latte Brûlé: dolce tradizionale delle feste, su Il Romagnolo, 2 aprile 2021. URL consultato il 1º agosto 2023.
  6. ^ a b Pellegrino Artusi, Latte brûlé 692, in La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene, p. 236-237. URL consultato il 1º agosto 2023 (archiviato dall'url originale il 21 aprile 2023).
  7. ^ Pellegrino Artusi, Note di pranzi, in La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene, p. 279. URL consultato il 1º agosto 2023 (archiviato dall'url originale il 21 aprile 2023).
  8. ^ a b Paola Gho (a cura di), Dizionario delle cucine regionali italiane: prodotti, piatti, pratiche, strumenti in 8500 voci, Bra, Slow Food, 2008, p. 219, ISBN 978-88-8499-139-3.
  9. ^ a b Pellegrino Artusi, Latte alla portoghese; Latteruolo, in La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene, p. 237. URL consultato il 1º agosto 2023 (archiviato dall'url originale il 21 aprile 2023).
  10. ^ Paola Gho (a cura di), Dizionario delle cucine regionali italiane: prodotti, piatti, pratiche, strumenti in 8500 voci, Bra, Slow Food, 2008, p. 152, ISBN 978-88-8499-139-3.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]