Istituto storico Parri Bologna Metropolitana

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Istituto storico Parri Bologna Metropolitana
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia-Romagna
CittàBologna
Indirizzovia Sant'Isaia 18
Dati generali
Tipologia funzionaleIstituto storico
Caratteristiche
Fondazione1963
Sito web ufficiale

L'Istituto storico Parri Bologna Metropolitana è un istituto storico di Bologna intitolato a Ferruccio Parri. Fondato nel 1963 e facente parte del circuito dell'Istituto nazionale Ferruccio Parri - Rete degli istituti per la Storia della Resistenza e dell'età contemporanea, si occupa di ricerca, divulgazione e conservazione di documenti relativi alla storia contemporanea locale, nazionale e internazionale.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'istituto venne fondato il 2 giugno 1963 col nome di Deputazione per l’Emilia e la Romagna per la storia del movimento della Resistenza e della guerra di Liberazione come articolazione regionale dell'INSMLI, ora Istituto nazionale Ferruccio Parri.[1] L'istituto nazionale era stato fondato dallo stesso Parri nel 1949 a Milano e riconosciuto dallo Stato solo nel 1967 con l'obiettivo di conservare la documentazione del periodo della Resistenza italiana.[2] Similmente, l'Istituto Parri di Bologna nacque dalla necessità di conservare la memoria del movimento di Liberazione, sottraendo la documentazione prodotta dal movimento antifascista e partigiano alla distruzione e alla dispersione, rendendola disponibile ad un pubblico di studiosi dell'antifascismo, della Resistenza e della Guerra di liberazione.[1]

Nel corso degli anni l'istituto bolognese decide di affrontare altri temi oltre alla Guerra di Liberazione, come ad esempio la storia del regime fascista e la Guerra civile spagnola oppure la storia italiana del Novecento e il miracolo economico. Nel 2003 venne assegnata all'istituto una nuova sede, presso il convento della Chiesa di San Mattia in via Sant'Isaia.[2][1]

Nel 2013 all'istituto (all'epoca Istituto Storico Parri Emilia-Romagna) furono accorpati altre tre associazioni che si occupavano di tematiche liminari: l'Isrebo (Istituto provinciale di storia della Resistenza "Luciano Bergonzini")[3], il Landis (Laboratorio nazionale per la didattica della storia)[4][5] e il Cedost (Centro di documentazione storico-politica sullo stragismo).[2][6]

Collezioni[modifica | modifica wikitesto]

Corridoio

Oltre alle tradizionali modalità di conservazione, l'istituto gestisce una biblioteca digitale nella quale viene pubblicato online grandi parti del materiale conservato come volumi, opuscoli e fondi fotografici.

Archivio[modifica | modifica wikitesto]

Il primo nucleo documentario, prevalentemente fotografico, venne costituito con la nascita dell'istituto negli anni '60; in seguito, numerosi versamenti e acquisizioni hanno accresciuto il patrimonio archivistico conservato.[7]

L'istituto conserva materiali sulla storia contemporanea, in particolare sulla seconda guerra mondiale, il fascismo e l'antifascismo, la Resistenza e il periodo del dopoguerra e la ricostruzione.[8]

Biblioteca[modifica | modifica wikitesto]

La biblioteca possiede oltre 68.000 tra volumi e opuscoli ed è specializzata sulla storia contemporanea italiana; inoltre conserva alcuni fondi librari particolari, come sulla guerra civile spagnola, dono dell'AICVAS o quello sulla didattica della storia o sullo stragismo. Oltre al patrimonio librario la biblioteca custodisce diverso materiale fotografico, audiovisivo e multimediale.[9]

La raccolta di periodici e quotidiani consta di 1461 testate, di cui 124 correnti e 40 quotidiani cessati.[9] Tra i periodici consultabili in emeroteca si segnalano le raccolte de la Repubblica, il Corriere della Sera, Il Resto del Carlino, l'Unità, il Secolo d'Italia, il Manifesto, Liberazione, l'Espresso, Panorama, l'Europeo, il Borghese, il Candido, l'Illustrazione Italiana, la Domenica del Corriere e la Rivista illustrata del Popolo d'Italia.

Attività[modifica | modifica wikitesto]

La sezione didattica dell'istituto collabora con le scuole dell'area metropolitana di Bologna e si incentra sulla didattica della storia del Novecento.[10] La sezione multimediale (precedentemente "audiovisivi") nacque nel 1972 e si occupa del rapporto tra storia, cinema e televisione.[11]

L'istituto gestisce in convenzione con il comune di Bologna il Museo della Resistenza cittadina.

Oltre alla pubblicazione di monografie e degli esiti delle ricerche, periodicamente si propongono presentazioni di libri, incontri, seminari e mostre aperti al pubblico.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c SIUSA
  2. ^ a b c La storia, su istitutoparri.eu. URL consultato il 9 maggio 2024.
  3. ^ ISREBO - Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea nella Provincia di Bologna Luciano Bergonzini, su Iperbole, Comune di Bologna. URL consultato il 9 maggio 2024 (archiviato il 19 maggio 2013).
  4. ^ LANDIS - Laboratorio nazionale per la didattica della storia, su landis-online.it (archiviato dall'url originale il 3 giugno 2013).
  5. ^ LANDIS, su L'Officina dello storico, ASP Golgi-Redaelli e Fondazione MIA (archiviato il 9 maggio 2024).
  6. ^ Cristina Saggioro e Barbara Menghi Sartorio, Centro di documentazione storico politica sullo stragismo – CEDOST, su SIUSA Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche, 28 aprile 2011, ultimo aggiornamento 20 agosto 2015. URL consultato il 9 maggio 2024, pubblicato con licenza CC-BY-SA 4.0
  7. ^ La storia dell'archivio, su istitutoparri.eu. URL consultato il 9 maggio 2024.
  8. ^ Contatti e servizi, su istitutoparri.eu. URL consultato il 9 maggio 2024.
  9. ^ a b Fondi e raccolte, su istitutoparri.eu. URL consultato il 9 maggio 2024.
  10. ^ Obiettivi dell'area, su istitutoparri.eu. URL consultato il 9 maggio 2024.
  11. ^ Storia dell'area Multimediale, su istitutoparri.eu. URL consultato il 9 maggio 2024.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Alberto De Bernardi e Alberto Preti (a cura di), La Resistenza, il fascismo, la memoria: Bologna, 1943-1945, prima edizione, Bologna, Bononia University Press, 2017, ISBN 978-88-6923-220-6, SBN IT\ICCU\UBO\4242601.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Sito ufficiale, su istitutoparri.eu. Modifica su Wikidata
  • Biblioteca Istituto Storico Parri, su Settore Biblioteche e Welfare culturale del Comune di Bologna. URL consultato il 19 settembre 2023.
  • Biblioteca digitale, su parridigit.istitutoparri.eu. URL consultato il 19 settembre 2023.
  • Mara Casale, Barbara Menghi Sartorio e Giovanna Caniatti, Istituto storico Parri, su SIUSA Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche, 29 aprile 2011, ultimo aggiornamento 21 febbraio 2022. URL consultato il 9 maggio 2024, pubblicato con licenza CC-BY-SA 4.0
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