Hypseochloa

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Hypseochloinae)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Hypseochloa
Immagine di Hypseochloa mancante
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Monocotiledoni
(clade)Commelinidae
OrdinePoales
FamigliaPoaceae
SottofamigliaPooideae
TribùAveneae
SottotribùHypseochloinae
Röser & Tkach, 2019
GenereHypseochloa
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseLiliopsida
SottoclasseCommelinidae
OrdineCyperales
FamigliaPoaceae
SottofamigliaPooideae
TribùAveneae
GenereHypseochloa
C.E.Hubb., 1936
Specie

Hypseochloa C.E.Hubb., 1936 è un genere di piante spermatofita monocotiledone appartenente alla famiglia Poaceae (ex. Graminacee). È anche l'unico genere della sottotribù Hypseochloinae Röser & Tkach, 2019.[1][2]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome del genere deriva da due parole greche: "hypsi" (= in alto) e "chloa" (= erba). Il nome è stato dato in riferimento al suo tipico habitat ad alta quota.[3]

Il nome scientifico del genere è stato definito dal botanico britannico Charles Edward Hubbard (1900 - 1980) nella pubblicazione " Flora of West Tropical Africa: Second Edition" (Fl. W. Trop. Afr. [Hutchinson & Dalziel] 2: 499, in clavi, 530,anglice. 1936; et in Kew Bull. 1936, 300, latine) del 1936.[4] Il nome scientifico della sottotribù è stato definito dai botanici contemporanei Röser e Tkach nella pubblicazione "Phylogeny, morphology and the role of hybridization as driving force of evolution in grass tribes Aveneae and Poeae (Poaceae)" del 2019.[2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Spighetta generica con tre fiori diversi
  • Il portamento delle specie di questo genere è annuo. I culmi sono eretti o genicolato-ascendenti, cavi a sezione più o meno rotonda. In queste piante non sono presenti i micropeli. Lunghezza dei culmi: 30 cm.[1][5][6][7][8][9][10]
  • Le foglie lungo il culmo sono disposte in modo alterno, sono distiche e si originano dai vari nodi. Sono composte da una guaina, una ligula e una lamina. Le venature sono parallelinervie. Non sono presenti i pseudopiccioli e, nell'epidermide delle foglia, le papille.
  • Guaina: la guaina è abbracciante il fusto e in genere è priva di auricole.
  • Ligula: la ligula è membranosa e a volte è cigliata.
  • Lamina: la lamina ha delle forme generalmente lineari; la consistenza può essere flaccida.
  • Infiorescenza principale (sinfiorescenza o semplicemente spiga): le infiorescenze sono formate da spighette solitarie ed hanno la forma di una pannocchia aperta. La fillotassi dell'inflorescenza inizialmente è a due livelli, anche se le successive ramificazioni la fa apparire a spirale.
  • Infiorescenza secondaria (o spighetta): le spighette, pedicellate (pedicelli filiformi), compresse lateralmente con forme ellittiche, sottese da due brattee distiche e strettamente sovrapposte chiamate glume (inferiore e superiore), sono formate da un fiore. Possono essere presenti dei fiori sterili; in questo caso sono in posizione distale rispetto a quelli fertili. Alla base di ogni fiore sono presenti due brattee: la palea e il lemma. La disarticolazione avviene con la rottura della rachilla sotto ogni fiore fertile. Le spighette sono provviste di un'estensione della rachilla.
  • Glume: le glume, persistenti, sono più lunghe dei fiori e hanno gli apici acuti. La superficie è provvista di 5 venature.
  • Palea: la palea è un profillo con due venature; può essere cigliata.
  • Lemma: il lemma, con forme oblunghe, margini involuti e apice bidentato, a maturità diventa più duro e crostoso.
  • Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:[5]
*, P 2, A (1-)3(-6), G (2–3) supero, cariosside.
  • Il perianzio è ridotto e formato da due lodicule, delle squame traslucide, poco visibili (forse relitto di un verticillo di 3 sepali). Le lodicule sono membranose e non vascolarizzate.
  • I frutti sono del tipo cariosside, ossia sono dei piccoli chicchi indeiscenti, con forme ovoidali, nei quali il pericarpo è formato da una sottile parete che circonda il singolo seme. In particolare il pericarpo è fuso al seme ed è aderente. L'endocarpo non è indurito e l'ilo è puntiforme. L'embrione è piccolo e provvisto di epiblasto ha un solo cotiledone altamente modificato (scutello senza fessura) in posizione laterale. I margini embrionali della foglia non si sovrappongono.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Come gran parte delle Poaceae, le specie di questo genere si riproducono per impollinazione anemogama. Gli stigmi più o meno piumosi sono una caratteristica importante per catturare meglio il polline aereo. La dispersione dei semi avviene inizialmente a opera del vento (dispersione anemocora) e una volta giunti a terra grazie all'azione di insetti come le formiche (mirmecoria).

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Il genere è endemico delle alte quote sul Monte Camerun (Africa occidentale).[3] Si trova anche in Tanzania.[1]

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza di questo genere (Poaceae) comprende circa 650 generi e 9.700 specie (secondo altri Autori 670 generi e 9.500[8]). Con una distribuzione cosmopolita è una delle famiglie più numerose e più importanti del gruppo delle monocotiledoni e di grande interesse economico: tre quarti delle terre coltivate del mondo produce cereali (più del 50% delle calorie umane proviene dalle graminacee). La famiglia è suddivisa in 11 sottofamiglie, la sottotribù Hypseochloinae è posizionata all'interno della sottofamiglia Pooideae.[1][5]

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

La sottotribù Hypseochloinae, più precisamente, è descritta all'interno della tribù Aveneae Dumort., 1824 e quindi della supertribù Poodae L. Liu, 1980. La tribù Aveneae (formata da alcune sottotribù suddivise in diverse supersottotribù) è l'ultimo nodo della sottofamiglia Pooideae ad essersi evoluto (gli altri precedenti sono la tribù Brachyelytreae, e le supertribù Nardodae, Melicodae, Stipodae e Triticodae). All'interno della tribù, la sottotribù Hypseochloinae appartiene al gruppo con le sequenze dei plastidi di tipo "Aveneae" (definito "Poeae chloroplast groups 1 "[11]) e in particolare alla supersottotribù Agrostidodinae (Soreng, 2017) insieme alle sottotribù Brizinae, Echinopogoninae, Calothecinae e Agrostidinae.[2][12]

All'interno della supersottotribù la sottotribù Hypseochloinae occupa una posizione più o meno "basale". La monofilia di questo gruppo è supportata oltre che dai risultati delle analisi sul DNA, anche morfologicamente dai peculiari caratteri dei lemmi (non trovati altrove nella supersottotribù Agrostidodinae). Caratteri diagnostici per questo gruppo sono: le spighette hanno un solo fiore; le glume hanno 5 nervi; la parte apicale del lemma è profondamente bifido.[13]

Le seguenti sono sinapomorfie relative a tutta la sottofamiglie (Pooideae):[1]

  • la fillotassi dell'inflorescenza inizialmente è a due livelli;
  • le spighette sono compresse lateralmente;
  • i margini embrionali della foglia non si sovrappongono;
  • l'embrione è privo della fessura scutellare.

Le sinapomorfie relative alla tribù sono:[1]

Questo genere presenta la seguente sinapomorfia: il lemma a maturità diventa più duro e crostoso e con margini involuti.[1]

Elenco delle specie[modifica | modifica wikitesto]

Nel genere sono comprese le seguenti specie:[14]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g Kellogg 2015, pag. 238.
  2. ^ a b c Tkach et al. 2019.
  3. ^ a b Etymo Grasses 2007, pag. 142.
  4. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 3 settembre 2019.
  5. ^ a b c Judd et al 2007, pag. 311.
  6. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 451.
  7. ^ Motta 1960, Vol. 2 - pag. 346.
  8. ^ a b Strasburger 2007, pag. 814.
  9. ^ Pasqua et al 2015, pag. 467.
  10. ^ Kew - GrassBase - The Online World Grass Flora, su powo.science.kew.org. URL consultato il 3 settembre 2018.
  11. ^ PeerJ 2018, pag. 22.
  12. ^ Soreng et al. 2017, pag. 285.
  13. ^ Tkach et al. 2019, pag.21.
  14. ^ The Plant List, http://www.theplantlist.org/tpl1.1/search?q=Hypseochloa. URL consultato il 3 settembre 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]