Grande moschea di al-Nuri

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Grande moschea di Al Nuri
Il minareto della moschea di Al Nuri nel 2013
StatoBandiera dell'Iraq Iraq
LocalitàMosul
Coordinate36°20′35.49″N 43°07′36.74″E / 36.343193°N 43.126872°E36.343193; 43.126872
ReligioneSunnismo
Stile architettonicoislamico
Completamento1172–1173
Demolizione21 giugno 2017

La Grande Moschea di al-Nuri (arabo: جامع النوري - Jāmiʿ al-Nūrī) è stata la principale moschea sunnita di Mosul, Iraq, famosa per il suo minareto pendente, il quale ha preso il soprannome di gobbo (الحدباء al-Ḥadbāˈ).[1] La tradizione vuole che la moschea sia stata costruita per la prima volta nel tardo XII secolo, anche se nel corso degli anni subì numerosi rifacimenti.[2] Il 21 giugno 2017 è stata distrutta dalle forze dell'ISIS in fuga dalla città, durante la battaglia di Mosul.[3][4]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Secondo la tradizione fu Norandino a costruire la moschea tra il 1172 e il 1173, poco prima della sua morte. Secondo la cronaca di Ibn al-Athir, non appena Norandino prese il controllo di Mossul, Norandino ordinò al nipote Fakhr al-Din la costruzione della moschea.

Nel 1511 la moschea è stata pesantemente ristrutturata durante l'impero dei Safavidi.

Minareto[modifica | modifica wikitesto]

Il minareto e la moschea nel 1932

La moschea era conosciuta soprattutto per il suo minareto pendente, conosciuto come al-Hadba’ (il gobbo). Grattan Geary, un viaggiatore del XIX secolo, così descrisse l'aspetto del minareto:

«È di parecchi piedi scostato dalla perpendicolare, anche se comincia in maniera poco percepibile dal suolo; in cima, prima della galleria e della cupola, ristabilisce una posizione eretta. Il suo atteggiamento sembra quello di un uomo che si inchina.[5]»

Quando il minareto cilindrico fu costruito, si alzava per circa 45 m con sette bande di mattoni decorativi con modelli geometrici complessi. Quando nel XIV secolo il famoso geografo Ibn Battuta visitò la città, il minareto era già considerato uno dei maggiori simboli ed aveva già conseguito il suo soprannome.

Storia moderna[modifica | modifica wikitesto]

Sia la moschea che la sua madrasa sono state smontate e ricomposte nel 1942 in un programma di restauro intrapreso dal governo iracheno. Il minareto non fu toccato, anche se nel 1981 sono stati fatti tentativi da parte di una ditta italiana per stabilizzarlo. Il bombardamento di Mossul durante la guerra Iran-Iraq negli anni '80 ha danneggiato i tubi sotterranei e ha causato perdite sotto il minareto che lo ha ulteriormente minato. Lo scostamento dalla perpendicolare si è poi aggravato di altri 40 cm.

Distruzione[modifica | modifica wikitesto]

La base del minareto dopo la distruzione

Nel giugno 2017, durante l'avanzata delle truppe irachene nella battaglia di Mossul, il territorio controllato dall'Isis a Mossul era limitato alla zona della Città Vecchia, che comprendeva anche la moschea[6]. Il 21 giugno le forze irachene hanno riferito che la moschea è stata fatta saltare dalle forze dell'ISIS verso le 9:50 e che l'esplosivo era stato piazzato deliberatamente per abbattere la moschea e per non farla cadere integra nelle mani degli avversari.[7][8]

Il ministro dell'Islam della propaganda dell'ISIS, Amaq, ha affermato che è stato un attacco aereo da parte degli Stati Uniti a distruggere la moschea, ma questa affermazione non è stata dimostrata da alcuna prova, inoltre non vi erano motivi strategici per farlo.[9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Andrew Peterson, Dictionary of Islamic Architecture, London, Routledge.
  2. ^ Direzione generale delle relazioni culturali Missioni archeologiche italiane, L'Erma di Bretschneider, Roma.
  3. ^ L’ISIS ha distrutto la più famosa moschea di Mosul, su ilpost.it. URL consultato il 24/06/2017.
  4. ^ Iraq, distrutta la grande moschea di Mosul, su it.euronews.com. URL consultato il 21/06/2017.
  5. ^ Grattan Geary, Through Asiatic Turkey: narrative of a journey from Bombay to the Bosphorus, Volume 2, London, Sampson Low, Marston, Searle & Rivington, 1878, p. 88.
  6. ^ I lealisti all'assalto della moschea di Mosul dove l'Isis proclamò il Califfato. In Siria scontri tra governativi e ribelli, su L’Huffington Post. URL consultato il 14 luglio 2017.
  7. ^ Marta Serafini, Mosul, Isis fa saltare in aria l’antica moschea di Al Nuri, in Corriere della Sera. URL consultato il 14 luglio 2017.
  8. ^ QuotidianoNet, Mosul, distrutta la moschea di al-Nuri. Culla dell'Isis - QuotidianoNet, in QuotidianoNet, 21 giugno 2017. URL consultato il 14 luglio 2017.
  9. ^ (EN) Battle for Mossul: IS 'blows up' al-Nuri mosque

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