Giovanni Antonio Dosio

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Loggiato verso il giardino di palazzo Niccolini, Firenze

Giovanni Antonio Dosio (San Gimignano, 1533Caserta, 1611) è stato un architetto e scultore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a San Gimignano nel 1533 circa[1]. Giovan Antonio Dosio si formò a Roma, dove giunse all'età di quindici anni e dove visse, spesso stentatamente, e lavorò dal 1548 al 1573, dedicando molto tempo al disegno di antichità. Il suo maestro fu Raffaello da Montelupo[2] almeno fino al 1551. In seguito lavorò autonomamente, tra le mille difficoltà della povertà[3], facendo il disegnatore di piante e vedute (poi incise da Sebastiano Del Re), lo stuccatore e il restauratore di frammenti archeologici ed entrando in contatto con i circoli umanistici della città e con importanti famiglie di origine fiorentina come i Gaddi. La sua prima commissione romana importante è stata la tomba all'amico umanista Annibale Caro realizzata nel 1567, adorna di un busto del poeta. Nello stesso periodo lavorò come scultore e architetto ad Amelia, Poli, Anagni oltre che a Roma dove realizzò diverse sepolture monumentali.

In seguito si stabilì a Firenze (1574-89) dove forse collaborò con Bartolomeo Ammannati. I suoi anni a Firenze sono meglio conosciuti e ricchi di committenze prestigiose. Collaborò attivamente alle attività dell'Accademia delle arti del disegno e lavorò ad un irrealizzato trattato di architettura di ispirazione fortemente classicista[4]. partecipò anche al concorso per la facciata del Duomo. A Firenze fu suo allievo Giovanni Battista Caccini.

Nel frattempo alcune commissioni lo portarono a Napoli, dove si stabilì nel 1589[5] e dove creò alcuni dei suoi capolavori: la ristrutturazione della Certosa di San Martino e della Chiesa dei Girolamini, una delle maggiori della città. L'ultima parte della sua attività artistica, come è stato di recente appurato,[6] si è svolta a Caserta, con un'interessante collaborazione con i committenti Acquaviva d'Aragona. Il Dosio morì a Caserta il 10 febbraio 1611.[7]

I disegni[modifica | modifica wikitesto]

Il cortile del Belvedere in costruzione

Lasciò un grande corpus di stampe e disegni che hanno una grande importanza storica nel ricostruire edifici classici o vicende costruttive dell'architettura rinascimentale. Dosio fu disegnatore preciso che si pone di fronte alle architetture del passato con la massima oggettività e spirito scientifico e storicista, per rintracciare il lessico originario da cui l'architettura possa trarre vita[8]. Molte di queste opere grafiche, oggi si trovano al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi e alla biblioteca Estense di Modena.

Egli è l'autore di Aedificiorum illustrium quae supersunt reliquiae (1569) che illustra antichità romane[9].

Opere[modifica | modifica wikitesto]

L'opera di Dosio è stata definista "eclettica"[10], per l'ispirazione delle sue opere che varia da Brunelleschi a Michelangelo, "classicista" per la costante attenzione agli elementi costitutivi del linguaggio architettonico[11]", "purista", per la semplicità disadorna di alcune opere; comunque costituisce uno dei punti conclusivi della scuola architettonica toscana rinascimentale.

Periodo romano[modifica | modifica wikitesto]

A Firenze e dintorni[modifica | modifica wikitesto]

L'accesso alla Cappella Niccolini

A Napoli e dintorni[modifica | modifica wikitesto]

Chiostro dei Procuratori nel complesso della certosa di san Martino

Altre immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ AA.VV. Giovan Antonio Dosio da San Gimignano architetto e scultor fiorentino tra Roma, Firenze e Napoli, a cura di Emanuele Barletti, Firenze, Edifir, 2011.
  2. ^ R. Gatteschi, Vita di Raffaello da Montelupo, Firenze 1998.
  3. ^ Almeno a quanto ci dice il contemporaneo Raffaello Borghini: R. Borghini, II Riposo, ed. M. Rosci, Milano, 1967, p. 601.
  4. ^ Zygmunt Waźbiński, L'Accademia medicea del disegno a Firenze nel Cinquecento: idea e istituzione, 1987.
  5. ^ Francesco Abbate, Storia dell'arte nell'Italia meridionale, vol. 3, 2001.
  6. ^ L. Giorgi, Caserta e gli Acquaviva. Storia di una Corte dal 1509 al 1634, Caserta, 2004. A. Marciano, Giovanni Antonio Dosio fra disegno dell'antico e progetto, Napoli, 2008.
  7. ^ L. Giorgi, in AA.VV., Giovan Antonio Dosio da San Gimignano..., cit., pp. 26-27.
  8. ^ A. Marciano, Op. cit., Napoli, 2008.
  9. ^ G.A.Dosio,G.B. de Cavalieri, Le antichità romane: aedificiorum illustrium quae supersunt reliquiae, ed. Colombo, 1970
  10. ^ Paola Barocchi, Michelangelo e la sua scuola, Volume 1, 1962
  11. ^ Dosio fu uno studioso degli ordini architettonici e in genere fin da giovane manifestò un interesse antiquario per le antichità romane
  12. ^ C.Conforti, A.Fara, L.Zangheri, Città ville e fortezze della Toscana nel XVIII sec.,1978, pp 20-22. Vedi anche F.Borsi, Firenze del Cinquecento, Roma, 1974, pp.314-318.
  13. ^ Cristina Acidini Luchinat, Storia, arte, fede nelle chiese di Firenze, 2001.
  14. ^ M. Bucci, R. Bencini, Palazzi di Firenze: Quartiere di Santa Maria Novella, 1973
  15. ^ Francesco Abbate, Op. cit., 2001
  16. ^ A.Marciano, Giovanni Antonio Dosio e la committenza Acquaviva D'Aragona, PHD Thesis IUAV 2001

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