al-Raqqa

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al-Raqqa
città
(AR) الرقة (ar-Raqqa)
al-Raqqa – Veduta
al-Raqqa – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera della Siria Siria
Governatoratoal-Raqqa
Distrettoal-Raqqa
Sottodistretto
Territorio
Coordinate35°57′00″N 39°00′36″E / 35.95°N 39.01°E35.95; 39.01 (al-Raqqa)
Altitudine245 m s.l.m.
Superficie1 962 km²
Abitanti196 529[1] (2019)
Densità100,17 ab./km²
Altre informazioni
Cod. postaleC5710
Prefisso22
Fuso orarioUTC+2
Cartografia
Mappa di localizzazione: Siria
al-Raqqa
al-Raqqa
Sito istituzionale

al-Raqqa (in arabo الرقة?) è una città della Siria, capoluogo del governatorato omonimo. In passato era conosciuta coi nomi di Callinico e Niceforio[2][3]. Nel linguaggio moderno viene chiamata Raqqa.[4][5][6]

È stata quartier generale nonché capitale dell'autoproclamato Stato Islamico[7] dal gennaio 2014[8] al 17 ottobre 2017.[9]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La Porta di Baghdad.

La città fu fondata dal re seleucide Seleuco II Callinico, che la chiamò Kallinikos (in latino Callinicum). Divenne forte militare romano (con il nome di Nicephorium) almeno dai tempi di Settimio Severo, se non prima.

Nel 388 la città fu ricordata per la distruzione della sinagoga ad opera dei cristiani su istigazione del vescovo della diocesi locale. L'imperatore Teodosio I condannò il vescovo e i colpevoli dell'assalto a ricostruire il luogo di culto a loro spese ma Sant'Ambrogio pretese l'impunità per tutti i colpevoli minacciando la sospensione delle funzioni religiose.

La città rimase con alterne vicende sotto il dominio romano fino a che fu conquistata assieme a tutta la Siria dagli Arabi musulmani, all'epoca del secondo califfo ʿUmar ibn al-Khaṭṭāb (reg. 634-644). Nelle sue vicinanze (a Ṣiffīn) fu combattuto lo storico scontro tra il califfo ʿAlī b. Abī Ṭālib e il ribelle deposto governatore siriano, Muʿāwiya b. Abī Sufyān.

Nel corso del successivo periodo abbaside, divenne per 13 anni circa, dal 796 all'809, la capitale de facto del califfato, in quanto funzionale al desiderio di Hārūn al-Rashīd di condurre da lì operazioni militari su vasta scala contro il nemico bizantino, nella speranza di una vittoria definitiva (mai realizzata) contro il suo potente avversario cristiano.[10]

La Qalʿat di Jaʿbar b. Sābiq al-Qushayrī (conquistatore della città in epoca selgiuchide), costruita sulla sponda sinistra del medio Eufrate, di fronte a Siffin.

Con la morte di Hārūn e la successiva guerra civile tra i due suoi figli, al-Amīn e al-Maʾmūn, al-Raqqa rientrò in un anonimato dal quale non riuscì più del tutto a emergere.

Guerra civile siriana[modifica | modifica wikitesto]

Nel corso della sua occupazione di Raqqa, il sedicente Stato Islamico ha espresso ancora una volta la sua radicale intolleranza nei confronti dello sciismo, distruggendo la Moschea di Uways al-Qarnī (in arabo مسجد أويس القرني?), in cui si conservavano le spoglie del Compagno del Profeta, ʿAmmār b. Yāsir, e del Seguace Uways al-Qarnī, entrambi caduti nella battaglia di Siffin, combattendo per la causa del quarto califfo "ortodosso", nonché cugino paterno e genero di Maometto, ʿAlī b. Abī Ṭālib.

Già oggetto di bombardamenti da parte del fronte anti-ISIS[11], nel novembre 2015, come ritorsione per gli attentati di Parigi, la Francia ha aumentato l'impegno militare nella zona con una serie di bombardamenti volti a eliminare i centri di addestramento presenti in tale località[12].

Il 6 giugno 2017 è incominciata la grande battaglia per strappare Raqqa all'autodefinito "Stato Islamico". Il 17 ottobre 2017, dopo oltre 4 mesi di combattimenti, la città viene completamente liberata dalle Forze Democratiche Siriane, appoggiate dagli Stati Uniti, attraverso l'eliminazione delle ultime sacche di resistenza concentratesi attorno allo stadio e all'ospedale della città.[9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Stima World Gazetter. URL consultato il 13 aprile 2009 (archiviato dall'url originale il 12 aprile 2013).
  2. ^ Bruno Migliorini et al., Scheda sul lemma "Niceforio", in Dizionario d'ortografia e di pronunzia, Rai Eri, 2010, ISBN 978-88-397-1478-7.
  3. ^ R. Paribeni, Niceforio, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 6 agosto 2020.
  4. ^ Alessandro Sala, Attentati di Parigi, la risposta francese: aerei bombardano Raqqa. Isis: «Hanno colpito il deserto», in Corriere della Sera, 15 novembre 2015. URL consultato il 18 novembre 2015.
  5. ^ Siria, la risposta della Francia agli attentati: pioggia di bombe sui centri di comando dell'Is a Raqqa, in La Repubblica, 15 novembre 2015. URL consultato il 18 novembre 2015.
  6. ^ Attentati Parigi, in Siria pioggia di raid francesi su Raqqa. “In Francia chiudiamo moschee radicali”, in Il Fatto Quotidiano, 15 novembre 2015. URL consultato il 18 novembre 2015.
  7. ^ (EN) www.al-monitor.com (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2014).
  8. ^ (EN) Syria, anti-Assad rebel infighting leaves 700 dead, including civilians. AsiaNews, 13 gennaio 2014.
  9. ^ a b Siria, espugnata Raqqa: cade la "capitale" dell'Isis, in La Repubblica, 17 ottobre 2017. URL consultato il 18 ottobre 2017.
  10. ^ Claudio Lo Jacono, Storia del mondo musulmano (VII-XVI secolo). Volume I. Il Vicino Oriente, Einaudi, Torino 2003, p. 191.
  11. ^ (EN) Russia fires missiles from Mediterranean on targets in ISIS stronghold Raqqa - reports, su RT English. URL consultato il 18 novembre 2015.
  12. ^ Francia lancia nuova ondata raid su Raqqa, su ANSA. URL consultato il 18 novembre 201.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN126876837 · LCCN (ENn2005022758 · GND (DE4210671-0 · BNF (FRcb150056419 (data) · J9U (ENHE987007484737205171 · WorldCat Identities (ENlccn-n2005022758
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