Abu Muhammad al-'Adnani

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Abu Muhammad al-'Adnani
NascitaBinnish, 1977
MorteGovernatorato di Aleppo, 30 agosto 2016
Dati militari
Paese servito Stato Islamico dell'Iraq e del Levante
Forza armata Esercito Islamico
Corpo EMNI servizio informazioni
GradoCapo
GuerreGuerra civile siriana
CampagneIntervento militare contro lo Stato Islamico
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Ṭāhā Ṣubḥī Falāḥa (in arabo ﻃـﻪ ﺻﺒﺤﻲ فلاحة?; Binnish, 1977Governatorato di Aleppo, 30 agosto 2016) è stato un militare, terrorista Jihadista di Da'esh, siriano, noto con il nome di battaglia Abū Muḥammad al-ʿAdnānī (in arabo أبو محمد العدناني?) e stretto collaboratore di Abū Bakr al-Baghdādī.

Secondo il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e il Dipartimento di Stato statunitense[1][2] era il portavoce ufficiale di Da'esh,[3][4] di cui era un militante veterano.[5] Era sospettato di essere stato uno degli organizzatori degli attentati che hanno provocato circa 130 morti a Parigi il 13 novembre del 2015.[6]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Al-ʿAdnānī era nativo di Binnish, nella Siria occidentale[4][7] ma si era ormai trasferito a Haditha (Governatorato di al-Anbar, nell'Iraq occidentale).[8]

L'EMNI dello Stato Islamico[modifica | modifica wikitesto]

Al-ʿAdnānī è stato uno dei primi "combattenti stranieri" (foreign fighters) a raggiungere l'insurrezione irachena (2003–2011), per combattere in armi le forze della Coalizione multinazionale a guida statunitense.[2] Nel maggio del 2005 fu arrestato dalle forze della Coalizione nel Governatorato di al-Anbar in Iraq, sotto il falso nome di “Yāser Khalaf Ḥusayn Naẓal al-Rāwī”, prima di essere rimesso in libertà nel 2010.[7] Nel dicembre del 2012, un ufficiale dell'Intelligence irachena ha rivelato che altri suoi alias erano “Abū Muḥammad al-ʿAdnānī, Ṭāhā al-Banshī, Jāber Ṭāhā Falāḥ, Abū Bakr al-Khaṭṭāb e Abū Ṣādeq al-Rāwī.”[7]

Nel giugno 2014 annunciò ufficialmente la nascita dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante[9]. Secondo fonti statunitensi al-'Adnani assunse la guida dell'Emni, i servizi segreti esteri dello Stato Islamico. Al-'Adnani avrebbe quindi organizzato stragi e attacchi all'estero, in particolare era sospettato di aver diretto gli attentati del 13 novembre 2015 a Parigi e del 22 marzo 2016 a Bruxelles.[9]

Il 15 agosto 2014 il Consiglio di Sicurezza dell'ONU approvò il suo inserimento nella lista di individui ed enti stilato dal "Comitato per le sanzioni ad al-Qāʿida", assoggettati a sanzioni finanziarie e all'embargo di armamenti, in base al dettato del paragrafo 1 della Risoluzione del Consiglio di Sicurezza n. 2161 del 2014, adottato in osservanza del Capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite.[1] Il 18 agosto 2014 il Dipartimento di Stato statunitense ha inserito al-ʿAdnānī nell'elenco dei "Specially Designated Global Terrorist".[2]

Il 22 settembre 2014 al-ʿAdnānī pronunciò un importante discorso, intitolato 'Invero, il tuo Signore è sempre attento', che rappresentava la prima istruzione ufficiale fornita da Da'esh ai suoi sostenitori di uccidere i miscredenti nei Paesi occidentali. Al-ʿAdnānī disse in tale occasione:

Se puoi uccidere un miscredente americano o europeo – specialmente un malvagio e sozzo Francese – o un Australiano, o un Canadese, oppure ogni altro miscredente che fa la guerra, inclusi i cittadini dei Paesi che sono entrati in una coalizione contro lo Stato Islamico, fai affidamento ad Allah e uccidilo in ogni modo o maniera possano esserci. Schiaccia la sua testa con una pietra, o sgozzalo con un coltello, o investilo con la tua vettura, o precipitalo da un luogo elevato, o soffocalo, o avvelenalo.[10][11][12]

Fu ucciso il 30 agosto 2016 e la notizia fu immediatamente confermata dallo Stato Islamico dell'Iraq e del Levante[13] La vettura sulla quale viaggiava fu probabilmente colpita da un drone USA[13].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b United Nations Security Council Adds Names of Six Individuals to Al-Qaida Sanctions List, su un.org, 15 agosto 2014. URL consultato il 1º ottobre 2014.
  2. ^ a b c Terrorist Designation of Abu Mohammed al-Adnani, su state.gov, US State Department, 18 agosto 2014. URL consultato il 21 agosto 2014.
  3. ^ Isis urges more attacks on Western ‘disbelievers’, in The Independent. URL consultato il 1º ottobre 2014.
  4. ^ a b Adnani opens fire on everyone, in Al-Akhbar, 8 marzo 2014. URL consultato il 30 settembre 2014.
  5. ^ Rewards for Justice - Reward Offers for Information on Islamic State of Iraq and the Levant (ISIL) Terrorists, su state.gov. URL consultato il 25 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 13 ottobre 2015).
  6. ^ Abou Mohammed al-Adnani, un chef de Daech, possible cerveau des attentats du 13 novembre
  7. ^ a b c Syria: Jihadist factions close to civil war, in Al Akhbar English. URL consultato il 1º ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 17 ottobre 2017).
  8. ^ Wanted leader of Al-Qaeda-linked group held in Iraq, su www2.nst.com.my, New Straits Times. URL consultato il 1º ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 6 ottobre 2014).
  9. ^ a b Aleppo, media: "Ucciso il portavoce dell'Isis Al Adnani", su Tgcom24, 30 agosto 2016. URL consultato il 29 ottobre 2023.
  10. ^ ISIS audio urges Muslims everywhere to kill 'unbelievers', CBC News, 21 settembre 2014. URL consultato il 22 settembre 2014.
  11. ^ Yara Bayoumy, Isis urges more attacks on Western ‘disbelievers’, The Independent, 20 settembre 2014. URL consultato il 30 settembre 2014.
  12. ^ Abu Mohammad al-Adnani, Indeed Your Lord Is Ever Watchful (PDF), su Archive.org, Al-Furqan Media Productions. URL consultato il 30 settembre 2014.
  13. ^ a b http://www.panorama.it/news/esteri/isis-siria-ucciso-al-adnani-attentati-isis/

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]