Biblioteca comunale Planettiana

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Biblioteca Planettiana
Il Palazzo della Signoria, sede della biblioteca.
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
CittàJesi
IndirizzoPiazza Colocci, 1
Caratteristiche
TipoPubblica, generalista
ISILIT-AN0092
Sito web
Coordinate: 43°31′24.45″N 13°14′41.1″E / 43.523457°N 13.24475°E43.523457; 13.24475

La biblioteca Planettiana è la biblioteca comunale accolta nel Palazzo della Signoria di Jesi (AN), nelle Marche.

Oggi con i suoi circa 150 000 volumi[1], e inoltre manoscritti e incunaboli che vanno dal XV al XIX secolo è una delle biblioteche più importanti della regione.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Biblioteca[modifica | modifica wikitesto]

La biblioteca nasce nel 1859 dal lascito testamentario del marchese Angelo Ghislieri della propria libreria[2]. Nel 1868 vennero aggiunte circa 6 000 opere provenienti da quattro biblioteche di ordini religiosi cittadini.

Nel 1906 il marchese Bernardo Pianetti donò alla biblioteca comunale 15 000 volumi di diversi soggetti e materie che spaziano dal XV al XIX secolo[3]. Da cui il nome di biblioteca Planettiana. Fra le altre donazioni compaiono l'edizione bodoniana dell'Iliade di Omero del 1808 e lettere autografe dell'umanista Angelo Colocci.

Una sezione musicale comprende ore manoscritte e a stampa di diversi compositori fra cui Giovanni Paggi (1806-87)[4], Francesco Morlacchi, Giovanni Battista Pergolesi e Gaspare Spontini[2].

Nel 1938 la marchesa Cristina Colocci-Honorati dona una collezione di oltre 2 000 disegni e stampe fra cui notevoli riproduzioni di Salvator Rosa, Canaletto e Rembrandt[2].

In seguito i Marcucci donarono alla biblioteca circa 4 000 volumi e opuscoli sui temi delle "Religioni", del "Pacifismo" e del "Vegetarismo" con rare edizioni di Verne, Tolstoj e De Amicis[2].

Archivi storici[modifica | modifica wikitesto]

La Sala dei Mappamondi

Il ricco settore degli archivi storici comprende importantissimi fondi pubblici e privati:

  • Archivio Storico Comunale. È costituito da due fondi. Uno di 517 pergamene dal 1211 al 1797[2], fra cui la Lettera dell'imperatore Federico II agli jesini; e un altro cartaceo con documenti che partono dal XIV secolo, fra cui un'edizione della Divina Commedia stampata a Venezia nel 1497[2].
  • Archivio Pianetti. Venne donato nel 1976 dalla marchesa Metella Franceschi-Pianetti[3] e comprende documenti dal XV al XIX secolo, fra cui alberi genealogici, titoli e prove di nobiltà, documentazione relativa alle giurisdizioni feudali, alle cariche militari, politiche ed ecclesiastiche ricoperte dai membri della famiglia, all'amministrazione dei beni e corrispondenza.
  • Archivio Azzolino. Venne donato nel 1985 dalla marchesa Metella Franceschi-Pianetti[3] e conserva importanti documenti riguardanti i cardinali Decio Azzolino il Vecchio e Decio Azzolino il Giovane.
  • Archivio Colocci-Vespucci. Venne nel 1985 acquistato dal Comune di Jesi, insieme a una parte del loro palazzo di famiglia[2].
  • Archivio Ubaldini. Venne donato alla biblioteca nel 1956 dalla Cassa di Risparmio di Jesi che l'aveva acquisito dalla marchesa Cristina Pini-Colocci, e documenta la storia di nobili famiglie di Jesi, Fano, Urbino e Perugia.
  • Archivio Storico degli Istituti di Beneficienza. Documenta l'assistenza e la beneficenza nel territorio dal XVI secolo[2].
  • Archivio Guglielmi-Balleani. Acquistato dal Comune di Jesi nel 1993 è costituito da 406 buste con pergamene e cartacei dal XV al XIX secolo riguardanti le famiglie nobili cittadine che ebbero un ruolo primario nella storia di Jesi[2].

Patrimonio[modifica | modifica wikitesto]

A oggi possiede circa 150 000 volumi[1]. Inoltre sono conservati migliaia di opere fra manoscritti, pergamene, incunaboli, cinquecentine, almanacchi e volumi di gazzette del XVII-XVIII secolo[2]. Sono conservati anche due mappamondi del XVII secolo, nell'omonima sala del secondo piano.

Al suo interno sono ospitate

  • biblioteca dei ragazzi, con oltre 6 500 opere scelte per ragazzi fino a 16 anni[2].
  • biblionastroteca comunale, con audiolibri di vario genere per ciechi[2].

Palazzo della Signoria[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Palazzo della Signoria (Jesi).

Il palazzo già sede del Gonfaloniere e dei Priori, sorge sul punto più alto della città. Venne eretto fra il 1486 e il 1498 dall'illustre architetto senese Francesco di Giorgio Martini[2][5]. Restaurato nel 1930, ospita oggi la biblioteca.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b La Biblioteca sul ufficiale del comune di Jesi
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m Loretta Mozzoni e Gloriano Paoletti: "Jesi, Città bella sopra un fiume". Ed. Comune di Jesi, Litograf snc, Jesi, 1994
  3. ^ a b c L'archivio Pianetti sul ufficiale del comune di Jesi
  4. ^ Giovanni Paggi sull'Enciclopedia Treccani
  5. ^ "Marche", Guida TCI, 1997, pag. 51

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN124957302 · SBN CFIV029499 · J9U (ENHE987007263200505171